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Il mal di schiena nell’adulto: il punto di vista del Dott. Roperto

A cura del Dott. Raffaelino Roperto, Neurochirurgo


La discopatia  degenerativa, o malattia degenerativa del disco, in genere si definisce tale quando è sintomatica, cioè quando provoca mal di schiena. Degenerazione discale invece è un termine che indica il processo biochimico di involuzione del disco.

Con il trascorrere degli anni, a causa del naturale invecchiamento dei tessuti e dell’usura a cui sono sottoposte, tutte le strutture anatomiche della colonna vertebrale vanno incontro ad una progressiva degenerazione.

Questo fenomeno a livello dei dischi comporta la disidratazione dei nuclei polposi (stelle rosse) e la conseguente perdita delle loro proprietà visco-elastiche. I dischi degenerati in risonanza magnetica appaiono ridotti di spessore e perdono gradualmente la distinzione fra nucleo polposo e annulus fibroso, fino ad apparire uniformemente neri nelle sequenze T2 pesate. La degenerazione si può osservare a tutti i livelli, ma in genere è più marcata a livello degli ultimi dischi lombari, che sono quelli sottoposti ad un carico maggiore.

Talvolta i dischi degenerati sporgono all’indietro oltre il profilo dei corpi vertebrali. Questa condizione, che va sotto il nome di protrusione discale, può provocare restringimento del canale vertebrale ed irritazione delle radici nervose che in esso decorrono.

In alcuni casi l’annulus che delimita il disco può arrivare a rompersi e il nucleo può fuoriuscire totalmente o in parte dalla sua sede invadendo il canale vertebrale e provocando, oltre all’irritazione, una compressione meccanica delle strutture nervose che vi sono contenute. Questa condizione viene chiamata ernia del disco.

A livello delle strutture ossee e articolari le alterazioni degenerative si manifestano sotto forma di artrosi, che a livello della colonna vertebrale prende il nome di spondilosi. Quando colpisce i corpi vertebrali la spondilosi si manifesta con il progressivo appuntimento degli spigoli, che nelle fasi più avanzate possono dare origine a veri e propri becchi di osso, chiamati osteofiti, che sporgono all’interno del canale vertebrale e possono causare una stenosi del canale con compressione delle strutture nervose ivi contenute.

A livello delle articolazioni zigoapofisarie l’artrosi può provocare una ipertrofia dei processi articolari che può contribuire anch’essa a provocare la stenosi del canale ma soprattutto la stenosi dei forami di coniugazione con conseguente compressione monolaterale o bilaterale delle radici nervose.

Anche i legamenti gialli, che sono tesi tra una lamina e quella sottostante, qualora sottoposti a sovraccarico cronico possono andare incontro ad un progressivo ispessimento che contribuisce al restringimento del canale vertebrale.

La stenosi del canale, oltre che con dolore radicolare mono o bilaterale, nei casi più avanzati può presentarsi con un fenomeno detto claudicatio neurogena.

Il paziente con claudicatio tipicamente ha dolore scarso o nullo a riposo, mentre durante la deambulazione inizia ad avvertire dei dolori simili a crampi agli arti inferiori che lo costringono a fermarsi a riposare prima di riprendere il cammino.

Nei casi più avanzati questo fenomeno arriva a ridurre di molto l’autonomia di marcia del paziente. Dal momento che la claudicatio neurogena in genere risponde poco ai trattamenti conservativi, spesso i pazienti che ne sono affetti sono candidati al trattamento chirurgico.

Come conseguenza della degenerazione dei dischi lombari si assiste spesso ad una graduale riduzione della fisiologica curvatura in lordosi di questo tratto della colonna (linea gialla tratteggiata). A lungo andare questa postura anomala provoca un sovraccarico degli elementi posteriori, in particolare delle articolazioni zigoapofisarie ma anche dei muscoli e dei legamenti, che vanno incontro ad una reazione infiammatoria con conseguente dolore.

La lombalgia da insufficienza lombare colpisce frequentemente la parte bassa della schiena, peggiora con i movimenti di flessione ed estensione della colonna e talvolta si può irradiare ai glutei e alla faccia posteriore delle cosce, da un solo lato o bilateralmente. Quando vi è la compressione o l’irritazione di una radice nervosa avremo un dolore irradiato nel territorio corrispondente, chiamato sciatica o cruralgia a seconda della radice coinvolta.


Dirigente Medico Neurochirurgo presso la UOC di Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliera San Filippo Neri-Roma.
La sua attività professionale conta oltre 650 interventi di biscraino e chirurgia vertebrale complessa.

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