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Infezioni delle vie urinarie e linee guida

A cura del Dott. Pierluigi Tarquini Epatologo, Infettivologo, Ecografista internista

Gli Antibiotici sono stati sicuramente una delle scoperte più importanti dell’uomo. Hanno reso possibile non solo lo sviluppo clinico ma anche sociale ed economico. Purtroppo, oggi, la crescente resistenza agli antibiotici è diventata una minaccia per la salute pubblica in Europa e nel mondo. Solo 70 anni dopo la loro introduzione, siamo di fronte alla possibilità di un futuro senza antibiotici efficaci per diversi tipi di batteri che causano infezioni nell’uomo.

I pochi microrganismi resistenti in una popolazione batterica non si sviluppano perché vengono inibiti dalla grande massa dei batteri sensibili. Quando si usa un antibiotico, questo può uccidere i germi sensibili e permettere a quelli resistenti di proliferare. Questo è il meccanismo più importante di selezione della resistenza batterica. Ovviamente il fenomeno si amplifica se gli antibiotici vengono impiegati in modo improprio o a basse dosi per lungo tempo. Negli ultimi 20-30 anni, la resistenza a più antibiotici è emersa in molti batteri patogeni ed in casi purtroppo non rari questi germi non sono sensibili a nessun antibiotico in normale uso clinico o sono sensibili solo a quelli che sono più tossici rispetto ai farmaci comunemente usati

Ogni anno l’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) pubblica un report sullo stato delle resistenze in Europa. I dati relativi all’Italia sono particolarmente allarmanti. Nel 2018 la resistenza dell’Escherichia coli è arrivata al 64,5% per le aminopenicilline; al 41% per i fluorochinoloni; al 28,7% per le cefalosporine di terza generazione; la situazione è ancora più grave per quanto riguarda la Klebsiella Pneumoniae con una resistenza del 52,7% ai fluorochinoloni e del 53,6 % alle cefalosporine di terza generazione. Come si vede più di un paziente su due rischia di avere un’infezione da un germe resistente.

NOVITA’ NELLA CURA DELLE INFEZIONI DELLE VIE URINARIE

Restrizioni dell’uso dei fluorochinolonici da parte dell’EMA e dell’AIFA, relegano il loro utilizzo nelle cistiti non complicate esclusivamente ai soli casi in cui gli antibiotici comunemente raccomandati non possano essere impiegati. Tale restrittiva e costrittiva decisione è applicabile in tutti paesi della comunità europea.
Di particolare importanza sono le infezioni ricorrenti: quando presenta una frequenza di almeno tre episodi all’anno o di due episodi negli ultimi 6 mesi.

In altri casi si può avere una batteriuria asintomatica. A tal riguardo bisognerebbe dare importanza alla presenza o assenza di leucocituria (ossia globuli bianche nelle urine), la quale se presente indica comunque uno stato infiammatorio delle vie urinarie che va distinta da un’eventuale semplice colonizzazione o contaminazione e che richiede pertanto un diverso approccio clinico. L’assenza dei sintomi esclude l’elemento rischio e quindi l’utilizzo degli antibiotici ma non esclude la possibilità di una causa anatomica e/o funzionale della batteriuria che va quindi ricercata ed eventualmente trattata.
Quindi il trattamento di una batteriuria asintomatica in donne con infezioni urinarie ricorrenti è dannoso perché espone al rischio di infezioni da germi resistenti.

La cistite non complicata può essere diagnosticata anche solo sulla base dei sintomi, in assenza di perdite o di irritazione vaginale; l’urocoltura dovrebbe essere eseguita in caso di sospetta pielonefrite o quando i sintomi sono atipici (o quando i sintomi non si risolvano con la terapia o si ripresentino entro due settimane dalla stessa). In caso di recidive e/o persistenza dei sintomi si ritiene opportuno eseguire almeno un controllo del residuo vescicale post-minzionale e in casi selezionati una ecografia dell’apparato urinario (oltre ad escludere comorbilità, come ad es. il diabete).

Le lineee guida europee indicano le seguenti terapie antibiotiche empiriche nelle donne: Fosfomicina 3 gr in singola dose – Nitrofurantoina 100 mg x 2 volte al dì x 5 giorni – Co-trimossazolo 160/800 mg x 2 volte al dì x3 giorni (se la resistenza locale per l’E. coli è < 20%).
Negli uomini è comune l’interessamento del tessuto prostatico per cui il trattamento deve durare almeno 7 giorni con Co-trimossazolo come prima scelta.

In donne con lieve o moderata sintomatologia può essere considerata, come alternativa agli antibiotici una terapia sintomatica ad esempio con Ibuprofene.
Le infezioni recidivanti delle vie urinarie se sono presenti sintomi atipici andrebbero studiate con Cistoscopia o Uro-Tc o altro in base al singolo caso.

La prevenzione di IVU particolarmente frequenti richiede basse dosi di antibiotici per 3-6 mesi e viene presa in considerazione solo quando le prime due opzioni sono risultate inefficaci: – Nitrofurantoina 50/100 mg una cp. al giorno – Fosfomicina 3 gr. ogni 10 giorni.

In alternativa l’antibiotico può essere assunto dopo il rapporto sessuale. L’eliminazione dei fattori di rischio include semplici suggerimenti e consigli: effettuare una accurata e quotidiana igiene perineale, utilizzando dei detergenti intimi a pH 3,4 – 4,5 simile a quello fisiologico presente in vagina; durante il ciclo mestruale intensificare l’igiene personale; evitare un utilizzo persistente di biancheria intima costituita da materiale sintetico e/o colorato o pantaloni troppo aderenti; cambiare l’assorbente interno frequentemente e sempre rimuoverlo durante la notte; l’impiego di lavande vaginali deve essere sconsigliato, in particolare di quelle con attività disinfettante; urinare prima e soprattutto dopo il rapporto sessuale; bere molta acqua nel corso della giornata (1 litro e mezzo/2 litri / die); avere un adeguato apporto alimentare di fibre e trattare la stipsi se presente.
Esistono anche metodi di profiliassi delle IVU recidivanti di tipo non-antibiotico  che non hanno al momento dimostrato, con certezza, di essere superiori al placebo e cioè: Probiotici, terapia estrogenica vaginale, Cranberry, D-Mannosio, instillazioni endo-vescicali di a. ialuronico e condroitinsolfato (nelle cistiti interstiziali e attiniche).

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Il Dott. Pierluigi Tarquini – Epatologo, Infettivologo, Ecografista internista – già Responsabile della UO M. Infettive dell’Ospedale di Teramo, riceve su appuntamento a Mosciano Sant’Angelo presso il Poliambulatorio Convento.

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